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Qualche giorno prima di partire, in uno scambio di email coi miei amici, avevo detto che questa sarebbe stata la mia ultima gara: troppe palle burocratiche, nessuno spazio per amatori con moto d’accatto…. bene, dopo poche ore dal mio rientro in Italia ero pronto a rimangiarmi tutto !

Ora mettetevi comodi che vi racconto: il viaggio di andata l’ho fatto con Luca Pierazzi (che partecipa al Desmochallenge con una Bimota DB4) e i suoi compari di Pisa; compagni di viaggio fantastici e amichevoli, ci siamo dati appuntamento mercoledì 18 sera in una stazione di servizio a Bologna (loro arrivavano da Pisa) mi hanno caricato la Multi sul furgone e siamo partiti verso l’Ungheria. Dopo una lunga e caldissima nottata di viaggio siamo arrivati verso le quattro di giovedì pomeriggio al Pannoniaring, quasi contemporaneamente al gruppo dei Multistradisti con cui condividevo il box.

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Giovedì 19 luglio

Nel tardo pomeriggio ci siamo tutti quindi industriati per accamparci e preparare le moto per le verifiche tecniche; cioè, gli altri hanno semplicemente scaricato le moto e preparato le tabelle portanumero, io invece ho dovuto smontare targa, frecce, specchietti, cavalletto e coprire alla bell’e meglio il faro e i fianchi del sellino posteriore con della carta adesiva bianca a mò di portanumero. Vado alle verifiche e c’è il primo intoppo; mi sequestrano il casco (il mio Arai RX7 IV) perché non gli era scaduta l’omologazione (cioè c’era l’omologazione ECE 04 anziché 05). Pianto una storia coi commissari tecnici e con l’organizzatore dello Speedweek cioè Franco Bartoli perché il regolamento era ambiguo; c’era infatti scritto che il casco doveva essere omologato ma non per forza con la targhetta 05! La loro interpretazione era che l’omologazione scade dopo un certo numero di anni, quindi il mio casco era a tutti i fatti non più omologato. Immagino che potevano anche aver ragione, ma ad averlo scritto chiaramente non ci sarebbero stati fraintendimenti e mi sarei portato il mio nuovo Xlite che invece riposava tranquillamente a casa. Interviene per fortuna il direttore di gara che ci tranquillizza (infatti alla fine non ero il solo ad avere un casco ‘vecchiò) e ci dice che per il giorno dopo avrebbe escogitato qualche rimedio.

Un po’ scocciato e deluso da questo ennesimo impiccio burocratico ritorno ai box e mi preparo ad aspettare Vittorio, che era partito qualche giorno prima da Bari col suo fido VF500FII e mi teneva al corrente nei giorni precedenti dei suoi ingarellamenti sulle strade di montagna con R1 e Ducatoni… mi immaginavo le facce di questi poveracci su mostri da 150cv che non riuscivano a tenere il passo di una motociclettina vecchia di vent’anni con gommine stile ciclomotore.

Verso le otto di sera mi manda un sms dicendomi che aveva ancora un’ora di strada; e infatti arriva in circuito dopo mezzanotte, dopo che io avevo abbandonato le speranze e mi ero spento sul letto della nostra zimmer sopra il ristorante del circuito, il ‘famoso’ Ciao Mario (mafioso ungherese che pratica prezzi da estorsione). Questa cameretta era qualcosa di sconcio, ma l’alternativa era dormire in tenda o all’interno del box cercando di respingere l’assalto degli scarrafoni; e con Vitt avevamo preferito la soluzione del letto ‘vero’.

Venerdì 20 luglio, parte 1

Il venerdì è giornata di prove libere, due turni da un’ora ciascuno; contrariamente all’anno scorso tutti i partecipanti dello speedweek avrebbero provato assieme, quindi 1098 e 999R scendevano in pista assieme ai due valvole e ai 4 cilindri. Potenzialmente un gran pasticcio, in realtà alla fine (anche grazie al numero relativamente ridotto dei partecipanti) nessun problema. Si vede che ce ne sono pochi di amatori perché tutti corrono bene, e di cadute ne ho contate pochissime in questi giorni. Decido di fare questa prima giornata con un treno di Dunlop in mescola prese di seconda mano da Frank; Stefano (Amigu) mi dà una mano a smontare i cerchi e le faccio cambiare al mattino presto dai tecnici Dunlop ma qualcosa di terribile accade…. [il resto del racconto dopo l’intermezzo!]

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Intermezzo: i compari del Multiforum Racing Team

Ok, piccola digressione per raccontarvi un po’ dei miei compagni di avventura sennò poi non si capisce ci sono tutti questi nomi: Stefano (Amigu) corre con un 998S iperpompato, e raccontano che è uno dei più veloci del gruppo, molto esperto e appassionato di pista — ma è alla sua prima gara; Frank invece è uno dei reduci dell’anno scorso, all’epoca corse con una Multi S e fece segnare un tempo stellare, 2‘19” e rotti, mentre tutti gli altri stavano ampiamente sopra i 2‘20” (Moris si qualificò con 2‘22”, io con 2‘26”, Luca 2‘34”). Quest’anno si è iscritto al Desmochallenge, un monomarca Ducati, con una special su base supersport (motore 1000 due valvole, monobraccio, etc); stessa cosa ha fatto Moris che ha montato su una moto simile, quest’anno quindi sono due veri e propri piloti ‘ufficialì, e hanno accumulato un’ottima esperienza partecipando alle varie gare del Challenge. Poi ci sono Matteo (Zanibo), superpilota che già l’anno scorso girava in 2‘12” e il suo allegrissimo compare Ale, anche loro iscritti al Challenge rispettivamente con una special su base Monster 1000 e con Bimota Delirio di serie. I ‘giapponesì iscritti alla Open sono Miky con Bimota YB9 (motore Yamaha Thundercat metà anni 90 e ciclistica vecchiotta ma sopraffina, 95cv per 158kg di peso, bella bestiolina) e Andy di Manduria con CBR600RR. Infine Pierpaolo (Pirpa), unico iscritto alla mia categoria con una Supersport 900; Multistradista anche lui, ha iniziato da poco ad andare in pista e si è preso questa Supersport pronto pista con cui si avventura nello Speedweek.

Venerdì 20 luglio, parte 2

Ritorno al venerdì, quando dopo aver montato le gomme da pista scendo assieme agli altri per il primo turno di prove libere. La questione casco è per fortuna risolta, mi fanno firmare una specie di liberatoria per lasciare a me la responsabilità di usare un casco che secondo loro non va bene; sono contento di questo, l’alternativa di usare un casco a prestito non mi attirava per niente; per andare in moto devi stare comodo, per fare una gara hai bisogno assolutamente del tuo materiale con cui sai di essere a posto, e il casco ovviamente è la cosa più importante. La moto è molto più guidabile dell’anno scorso e le sospensioni funzionano decentemente, anche se si muove parecchio e pompa un sacco nei tratti veloci. Peccato che vibra un sacco sul rettilineo, in velocità; mi viene in mente che al mattino i tecnici della Dunlop che mi hanno montato le gomme non mi hanno fatto l’equilibratura. La sensazione è brutta ma sopportabile, non posso perdere l’ora di prove libere per farmi mettere a posto questa cosa.

Mi ricordo abbastanza bene la pista, e faccio parecchi giri per provare le sospensioni. Mi fermo ai box dove Vitt inizia a trasformarsi in un ottimo ingegnere da pista; mi chiede le sensazioni che mi dà la moto, e io rispondo quasi sempre a casaccio. Mi dà un paio di clik qui, un mezzo giro lì, e rientro in pista. Alla fine scopro con piacere che ho già abbassato i tempi migliori dell’anno scorso girando sul passo costante di 2‘23”, senza prendere nessun rischio. Fa caldissimo, e al secondo turno di mezzogiorno ci sono 41 gradi di temperatura esterna e una temperatura sull’asfalto di quasi 70 gradi. Inizio a macinare giri su giri, mi fermo ai box una volta per fare qualche altro piccolo cambiamento e poi riprendo a girare. Il caldo si fa sentire, la temperatura dell’olio motore sta fissa sopra i 140 gradi, e ad un certo punto la moto non frena più ! Probabilmente il troppo caldo ha fatto perdere tono alle pastiglie che non sono proprio da pista; Vittorio mi consiglia di alternare dei giri veloci con altri più lenti così da far raffreddare un po’ i freni. Ci provo, ma ogni tanto continuo a sentire che i freni non sono più efficaci come prima; un po’ di apprensione prima delle staccate da alta velocità, e spero in un calo delle temperature per il giorno della gara.

Verso la fine della seconda ora di prove mi accorgo che sono quasi solo in circuito; ne approfitto per fare un po’ di resistenza e quando alla fine mi danno la bandiera a scacchi mi fermo un secondo ai box per parlottare con Jeremy Burgess, pardon con Vittorio, che mi dice che sono riuscito di nuovo ad abbassare i tempi sul 2‘22” costante. Dopodiché schizzo via, mi levo la tuta di corsa e mi butto sotto l’acqua fredda della doccia che mi stava a prendere un colpo di calore.

Sabato 21 luglio

Per le prove cronometrate del sabato decido di non spendere troppi soldi e montare delle Metzeler in mescola di seconda mano, anche queste di Frank. Le Dunlop il giorno prima mi si flettevano troppo e la moto specie negli scollinamenti e nei curvoni veloci ondeggiava come una biscia; grip eccezionale ma poco stabili. Mi confermano infatti che è il tipico comportamento delle Dunlop e allora scelgo queste Metzeler che dovrebbero essere più stabili (e più simili come comportamento alle solite Pirelli che ho sempre usato). Sabato mattina smontiamo i cerchi con Vittorio e mi faccio montare le Metzeler; questa volta me le faccio anche equilibrare e poi controllo la pressione prima di scendere in pista.

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Ho due turni da 25 minuti che cerco di sfruttare bene; piccoli cambiamenti alle sospensioni che Vittorio si segna accuratamente, riesco a guidare meglio di ieri e forzo un po’ le traiettorie, specie quei tratti veloci dove si può guadagnare del tempo prezioso. La moto si continua a muovere ma non tanto come al venerdì, cerco di entrare sempre più forte nell’ultimo curvone dove Vitt mi fa notare che esco senza sfruttare tutta la pista; mi danno parecchio fastidio le pedane che strisciano per terra ogni volta che aumento un po’ l’inclinazione, e ci sono parecchi punti dove sono lì con la moto in piega, appoggiato su ginocchio e pedana, dove sono sicuro potrei aprire ancora di più il gas se non avessi tutta questa ferraglia per terra.

Grazie ai suggerimenti di Frank provo anche a usare una marcia più alta per quasi tutte le curve e scopro che come sempre in pista, la fluidità è tutto; il due valvole Ducati spinge comunque bene anche da 5-6mila giri quindi riesco ad affrontare quelle curve che prima facevo in terza tirata con una comoda quarta e così via. Sopratutto riesco ad essere costante e concentrato, non faccio quasi errori e mi dico che va bene così: sono sicuro che i miei tempi non sono speciali ma il fatto di essere costante mi può aiutare parecchio quando viene la gara, dove sono sicuro che ci sarà qualcuno che si farà prendere la mano dalla mischia e farà errori.

Vittorio Burgess mi conferma che ho abbassato ulteriormente i tempi; mi qualifico con 2‘21”004 e sono… ultimo sulla griglia di partenza ! Certo, il tempo per una Multistrada è discreto, il livello della competizione si è alzato, l’anno scorso sarei partito con lo stesso tempo in quarta fila e quindicesima posizione, tutte le scuse che vuoi ma partire ultimo è davvero umiliante! Parlottando un po’ con gli altri sento discorsi del tipo “ma l’importante è partecipare”, o “l’importante è migliorare i propri tempi dell’anno scorso”, o “basta divertirsi che importa arrivare ultimi o penultimi” ma io non sono affatto d’accordo; se non volessi la competizione andrei a fare prove libere, e invece è dallo scorso Speedweek che non vado in pista perché le prove libere non mi danno niente; e so che ero battuto in partenza visto che non c’era manco un’altra moto targata come la mia, ciononostante partire ultimo resta umiliante, e arrivare ultimo non mi piacerebbe per niente. Se faccio una gara all’anno è per battere altri piloti, arrivare prima di altri, per levarmi quella voglia di competizione che devo reprimere quando guido sulla strada che sennò “ci si fa male”.

Controllando bene i tempi di qualifica comunque mi rincuoro un po’ perché vedo che i 4 davanti a me hanno tutti girato sul 2‘20”; magari qualche sbaglio in partenza e riesco a piazzarmi qualcuno dietro di me, chissà.

Domenica 22 luglio

Arriva la domenica, giorno di gara; al mattino ci sono le gare del Desmochallenge; Frank, Moris, Zanibo e Ale corrono tutti nella Protwins (open due valvole), purtroppo a Zanibo non gli parte il
motore del suo Monster mezzomanubrio e deve rinunciare alla gara; a Moris gli si è rotto qualcosa al motore durante le prove e partecipa con la Supersport di Pirpa. Ale gira più lento degli altri e si scusa con la sua Bimota perché non è alla sua altezza; la gara comunque è bella, Frank rimane attaccato ad un tale davanti a lui per tutta la gara, gira su tempi stratosferici (2‘11” credo) come suo solito, mentre dietro Moris battaglia con Luca Pierazzi e alla fine nonostante il divario di potenza (Luca sulla sua Bimota DB4 ha un 1000DS portato a 1200cc) riesce a passarlo. Ale si tiene dietro per tutta la gara una ragazza su una vecchia Supersport 900 scarenata con manubrio largo e arriva penultimo ma felicissimo.

A mezzogiorno andiamo a mangiare, io mi concentro più che in pista per non lasciarmi andare e mangio solo un po’ di riso in bianco e un’insalata mista a pomodori. La gara inizia alle tre del pomeriggio; per fortuna la temperatura si è abbassata sui 30 gradi anche se c’è molto vento, e i reduci della prima gara ci mettono in guardia: attenti al vento che sballa le traiettorie e i punti di frenata. Dopo il pranzo cerco di rilassarmi un po’ che mi sento le gambe pesanti, ma dopo venti minuti di riposo forzato su una sediolina mi rendo conto che non ho nessun bisogno di riposare ancora; è da ieri che non faccio praticamente niente!

Non sono stanco, ma evidentemente è solo un po’ di nervosismo che mi fa sentire legato. Mi infilo la tuta, mi stiro i muscoli, Vittorio mi sfila il cavalletto posteriore e siedo per due minuti sulla moto, sotto l’ombra, ripassandomi mentalmente la pista. Entro nella corsia dei box, sono il secondo a mettermi in fila per l’ingresso in pista; c’è una Paul Smart, e il pilota mi chiede dove parto; io gli dico di non preoccuparsi che parto ultimo. Dopo un po’ arriva Pirpa e Zanibo che è riuscito poi a risolvere il problema della sua moto ed è stato ammesso come ‘wildcard’ per questa gara; partirà accanto a me, quindi non sono ultimo sulla griglia di partenza !

Giro di allineamento, poi ci sistemiamo sulla griglia e troviamo i nostri amici che ci tengono il posto; Vittorio mi raggiunge e mi tiene una maglietta bianca sulla testa; mi tolgo il casco e bevo un sorso d’acqua, poi me lo riinfilo e faccio un altro veloce ripasso mentale della pista (…sesta sul rettilineo, tolgo due marce e mi butto in quarta sulla veloce curva a destra, poi staccata e terza per il tornantino, quarta, alleggerisco e butto la moto giù a sinistra lasciando che le sospensioni assorbino il gradino che ti scompone l’assetto in piena piega, poi quarta di nuovo…).

Si parte per il giro di riscaldamento, tiro subito per riscaldare le gomme (come sempre sono senza termocoperte, ma la temperatura è così alta che non ce n’è bisogno secondo me) poi prima delle ultime due curve tutti rallentano; mi sento in forma, non sento più le gambe pesanti, sono leggero sulla moto e pronto per partire. Non penso ad altro, non ho più preoccupazioni, sono concentrato sul semaforo; non devo partire troppo veloce che sennò mi danno 30 secondi di penalità come l’anno scorso quindi parto con un attimo di ritardo, ma comunque riesco a guadagnare terreno su molte delle moto che partivano nella fila davanti; devo poi chiudere il gas perché la Supersport davanti a me mi taglia quasi la strada, riapro e scopro di essere già arrivato alla prima curva, affiancato ad altre 2 o 3 moto, su una traiettoria molto più esterna del solito; mi butto dentro comunque e con la coda dell’occhio vedo un oggetto su due ruote che taglia tutta la pista e va fuori strada, tagliando il cordolo pochi metri davanti a me; non mi faccio distrarre, resto concentrato su quella striscia di asfalto dove vedo la mia traiettoria e arrivato alla seconda curva tiro la staccata e mi infilo davanti a qualche altra moto; questo primo giro è molto confuso e non ricordo con precisione quante moto ho sorpassato o quante altre mi hanno sorpassato.

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Nella seconda metà del primo giro però il gruppo si è allungato e riconosco davanti a me Luca, il toscano su Bimota, lo stesso che mi ha dato un passaggio all’andata… adesso però è solo un pilota che vedo più lento di me e devo sbarazzarmene alla svelta. Non ricordo dove l’ho passato, ma lo supero alla svelta, credo prima della fine del primo giro e poi inizio a tirare come un forsennato senza mai guardarmi alle spalle. So che ci sono parecchie moto dietro di me, e so anche che guadagneranno spazio nel corso della gara; alla fine del secondo giro alzo lo sguardo mentre passo sul traguardo e mi accorgo che ho ancora parecchi giri alla fine; sono solo però, davanti a me i più veloci mi hanno già distanziato, continuo a concentrarmi, respiro a fondo mentre percorro il rettilineo e mi butto giù di nuovo nel curvone alla fine, tagliando preciso e veloce il cordolo. Faccio gli altri giri pensando di essere veloce ed efficace; in effetti non commetto molti errori, nessun cambio di marcia sbagliato e nessuna traiettoria balorda, ma sono forse poco veloce (e in effetti alla fine Vittorio mi dirà che ho fatto questi primi giri sul 1‘23”, 1‘24”); provo a fare la seconda metà del curvone che immette sul rettilineo principale in quinta anziché in quarta, e in effetti mi pare di far scorrere di più la moto.

Verso metà gara butto giù la moto in una veloce piega a sinistra con troppa energia e la moto inizia a pompare sulle sospensioni buttandomi inesorabilmente verso l’esterno; per fortuna la pista è ampia e c’è molto spazio per recuperare, ma qui perdo molto tempo ed è probabilmente l’unico grosso errore di guida che faccio. C’è un altro punto dove non riesco a chiudere la curva e sono un po’ lento, si tratta della stretta curva a sinistra dove si arriva dopo lo scollinamento e il taglio di curva a destra; vabbè insomma è un punto dove l’anno scorso subivo i sorpassi e dove non vorrei essere fregato pure questa volta. A tre giri dalla fine mi guardo dietro e vedo una Supersport rossa che si avvicina sempre di più; non mi faccio prendere dall’agitazione, continuo a girare abbastanza bene, ma alla fine il tipo mi prende e mi sorpassa; poco dietro di lui Marcus, il tedescone su Ducati SS750 mi supera pure lui; evidentemente si trattava dei due che erano usciti fuori alla partenza e che adesso stanno recuperando; riesco a tenergli il passo ma mai ad avvicinarmi troppo per tentare di risuperarli; dopo poco ci doppia Bartolini su NCR Millona One Shot e lì vedo che i due davanti rallentano un po’ il ritmo. Forzo un po’ anch’io, passo il traguardo e vedo che si tratta dell’ultimo giro; lo faccio in apnea, non sbaglio nulla e taglio il traguardo senza aver guadagnato sui due davanti a me ma almeno senza aver subito un altro sorpasso; non so in che posizione sono ma sicuramente non sono ultimo; sono felicissimo come se avessi vinto, ripasso nella curva sotto la collinetta con gli spettatori e vedo lì il gruppo di amici che esultano e alzo il braccio per ringraziarli.

Rientro nella corsia dei box, Vittorio mi fa i complimenti e mi dice che ho fatto gli ultimi giri sul passo dell’uno e venti (alla fine il crono ufficiale mi dà come tempo migliore 1‘19” alto); mi becco i complimenti anche dal box di Mondoducati, e passando lungo la corsia dei box vedo che alcuni dei vari meccanici e piloti di questi piccoli team mi alzano il pollice e mi applaudono. Sono finalmente contento e rilassato, lascio la moto agli amici e mi godo finalmente e senza falsa modestia le parole di apprezzamento di Frank, Miky e gli altri per come ho guidato. Alla fine scopro di essere arrivato tredicesimo, dietro di me ben quattro moto; indubbiamente primo delle moto targate, primo della classifica dedicata alle Multistrada !

La fine dell’avventura

Il resto è la solita storia di smontare tutto, salutare gli amici, mettersi sul furgone per fare il lungo viaggio verso casa; e accorgersi di aver dimenticato la chiave di casa nell’altro furgone, quello che ha la moto e che arriverà a Milano non prima di qualche giorno… da qui la domanda: ma a Valentino ‘ste cose non capitano mai ? Di dover spegnere la gloria di un weekend di gare nell’anonimato di un treno regionale che passa attraverso la devastazione della periferia metropolitana ?

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Un consiglio per tutti quanti; se mai farete gare, vi consiglio di assumere Vittorio come ingegnere di pista. E ne approfitto per ringraziarlo ancora una volta per l’enorme aiuto che mi ha dato.

Prima di partire dicevo “questa sarà la mia ultima gara”; lo continuo a dire, ma aggiungo “con la Multistrada”. Sto pensando con insistenza ad una moto che possa usare sia per la strada sia per fare quella singola gara all’anno; aspettando che svendano le Hypermotard, il pensiero va alle Sportclassic… ma ne riparleremo.

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