Ho lasciato Bari tanti anni fa. Resta la mia citta’ adottiva, e quando ci ritorno una volta ogni tanto, mi piace girovagare senza meta, incontrare vecchi amici, sentire la brezza marina, riscoprire situazioni e luoghi che non sono cambiati chissa’ quanto.

Fermata dell’autobus (1/200 sec. at f/5.6, ISO 400, 28 mm).

Durante una delle mie ultime visite intorno a Marzo 2017, mi impegnai a portare la macchina fotografica1 dietro e ritrarre quelle che potevano sembrare oggettivamente come banali scene di vita quotidiana.

Dopo diversi mesi di segregazione nei remoti meandri del mio database, ho ripreso in mano questi scatti e ho avuto la sensazione che fossero piccoli, sinceri quadretti del quotidiano di Bari; nulla di piu’, nulla di meno.

La mia idea originale era ben piu’ ambiziosa; avrei voluto creare una serie coerente che raccontasse la mia citta’ dalla A alla Z, ma questo piano falli’ miseramente durante la stessa esecuzione.

Avrei probabilmente dovuto fare un po’ di pianificazione e non semplicemente vagare a piedi sperando che fortunate coincidenze mi facessero vedere quello che neanche io sapevo di cercare.

Fotografare a casaccio funziona quando sono in vacanza in qualche posto nuovo; vedo con occhio nuovo, avido, e pur se mi illudo di fare qualcosa di nuovo e originale (vedi Cuba, ad esempio) alla fine provo soddisfazione anche solo per la riuscita tecnica di questi scatti; e riguardandoli a distanza di tempo, hanno il potere di trasportarmi in luoghi o situazioni uniche.

Quando invece sono in luoghi familiari devo combattere la noia e la voglia di far vedere ad altri cosa trovo di speciale in una citta’ di cui odio probabilmente la maggioranza delle cose.

Ecco cosa ho mancato di fotografare: il sole acceccante di inizio Marzo, i panorami urbani squallidi ma allo stesso tempo ricchi delle zone periferiche della citta’, l’odore del mare che ti assale quando sbarchi a Palese, le file di immigranti fuori della Questura, i baresi stessi, tutti impossibilmente superbi e vanitosi e impossibili da impressionare.

Pulizia delle fave (1/40 sec. at f/2.8, ISO 1600, 28 mm).

per strada

Castello Svevo (1/480 sec. at f/8.0, ISO 400, 50 mm).
Corso Vittorio Emanuele (1/2500 sec. at f/5.6, ISO 400, 28 mm).
Gente in coda (1/280 sec. at f/8.0, ISO 200, 28 mm).
Ragazza dei volantini (pensava che fossi un fotografo professionista: 1/550 sec. at f/4.0, ISO 200, 28 mm).
La muraglia (1/55 sec. at f/2.0, ISO 3200, 50 mm).
Via Sparano (con l’eterno chiacchiericcio della gente in sottofondo: 1/500 sec. at f/5.6, ISO 200, 28 mm).
Fiore, servizio rapido (1/60 sec. at f/2.0, ISO 3200, 50 mm).
Fast-food alla barese (1/210 sec. at f/2.8, ISO 3200, 50 mm).
Nderralalanza (1/55 sec. at f/2.8, ISO 3200, 50 mm).
I colori del cielo (1/300 sec. at f/2.8, ISO 1600, 50 mm).

amici

Il mio amico delle elementari Angelo a sinistra; a destra, l’amico di Angelo (1/220 sec. at f/2.0, ISO 1600, 50 mm).
Piero ai fornelli (1/450 sec. at f/2.0, ISO 800, 50 mm).
Ferri del mestiere (1/240 sec. at f/2.8, ISO 800, 50 mm).
Ingredienti essenziali della cucina locale (1/300 sec. at f/2.0, ISO 800, 50 mm.
Pippo (1/420 sec. at f/2.0, ISO 800, 50 mm.
Bruno e Riccardo (1/105 sec. at f/2.0, ISO 1600, 50 mm).
Valentina e Susanna (1/45 sec. at f/2.0, ISO 1600, 50 mm).
Mariella e Riccardo (1/30 sec. at f/2.0, ISO 1600, 50 mm).
Valentina e Nicola giocano con Piero (1/40 sec. at f/2.0, ISO 800, 50 mm).
Vista dalla finestra della casa di Piero (1/140 sec. at f/4.0, ISO 800, 50 mm).

botteghe

Edicola/1 (1/1600 sec. at f/2.0, ISO 400, 28 mm).
Barbiere/1 (1/340 sec. at f/2.0, ISO 1600, 28 mm).
Barbiere/2(1/170 sec. at f/2.0, ISO 1600, 28 mm).
Salumeria Due Archi/1 (1/1250 sec. at f/5.6, ISO 1600, 28 mm).
Salumeria Due Archi/2 (1/300 sec. at f/2.0, ISO 1600, 28 mm).
Edicola/2 (1/105 sec. at f/6.4, ISO 400, 28 mm).

scena-tipo

Le chiacchiere appoggiati alla vespa (1/80 sec. at f/10.0, ISO 200, 28 mm).

  1. Tutte le foto sono state scattate con una Fuji X-Pro1 e uno dei due obiettivi che ho (un 50mm e un 28mm-equivalenti). Puoi leggere le mie impressioni sulla Fuji qui