Ammetto che non mi ha un po’ scocciato questa cosa.
Intendo i risultati avuti su mtb-forum. Il fatto che né l’episodio 1 né il 2 abbiano vinto il titolo di video della settimana. E che siano stati premiati video che riprendono riding banale o che mostrano sciatteria nelle riprese o nell’editing.
Dovrei essere contento dei risultati visto che il primo episodio, messo online su mtb-forum il 19 dicembre 2011, aveva dopo circa un mese (13 gennaio 2012) 6608 views e 51 “mi piace”. Sicuramente aiutato dalla pubblicazione in prima pagina sul magazine di mtb-forum.it.
Il secondo, online dal 10 gennaio 2012 dopo 3 giorni aveva già 1688 views e 31 “mi piace”1:
Il titolo di video della settimana viene assegnato automaticamente a chi prende più “mi piace”, quindi alla fine serve molto la spinta pubblicitaria ma anche una certa concessione al gusto comune. Per questo penso sia facile raccogliere il consenso popolare mostrando un video di generico ‘freeride’ con dei tizi neanche troppo bravi che saltano su e giù sempre sullo stesso pistino oppure solleticando il grezzo palato da cinepanettone mostrando un tipo sovrappeso che va su e giù per il sentiero a piazzare la telecamera per le autoriprese (e ridicolizzando il tutto con accelerazione del frame rate e colonna sonora tipo Benny Hill).
La mia idea invece è mostrare del riding vero, fatto da persone normali; trasmettere la passione e intensità, l’entusiasmo che ognuno di noi prova mentre va in bici, a prescindere dalle proprie doti tecniche o da situazioni straordinarie.
E non ci vuole una super bici né Danny Hart; non ci vuole attrezzatura di ripresa professionale né editing o effetti speciali. Ma ci vuole rispetto per chi alla fine vedrà il tuo video, cioè per l’altro appassionato come te che vuole godersi un pizzico di libertà prima di andare in ufficio o a scuola. Selezionare il materiale, scartare le schifezze, cercare la musica di accompagnamento che vada in sintonia col posto e in armonia col ritmo dell’azione. Editare con cura, produrre un condensato di quello che provi. Un minuto secco, una pillola di benessere, ritrovare la bellezza del quotidiano.
Aspirare a questo:
Andrew Shandro in “The Collective”, minuto 10’. Non ci sono salti, non c’è Hawaii o Nuova Zelanda; c’è un rider dal nome importante ma potrebbe essere uno qualunque; lui che si diverte, sprigiona gioia animalesca, ridiventa un bambino.
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Questi i dati aggiornati ad oggi: episodio 1, 6928 views e 53 “mi piace”; episodio 2, 4665 views e 43 “mi piace”. ↩